lunedì 3 novembre 2008

Election Night live a Bologna

Quattro anni fa col passare delle ore e la conferma dei risultati delle urne quella mezza certezza - espressa da tutti i sondaggisti e da un certo sesto senso aleggiante fra commentatori e opinionisti politici - sulla probabile vittoria di John Kerry regalò una notte insonne agli italiani curiosi di sapere prima dell´alba chi si sarebbe seduto nello Studio ovale. Anche a Bologna, negli spazi di Sala Borsa, fu tanta la partecipazione e lo stupore per la riconferma di George W. Bush. Le elezioni americane 2008, se possibile, saranno ancora più affascinanti, ed è per questo che il Comune e il settore Cultura hanno voluto rinnovare l´appuntamento, martedì dalle 22 nell´auditorium Enzo Biagi della biblioteca. Tanti i motivi che spingeranno i bolognesi a una notte col fiato sospeso: il primo afroamericano che corre per la Casa Bianca, la prima donna che aspira alla vicepresidenza americana dal 1984 a oggi, i dubbi sull´effetto Bradley e il suo contrario: i bianchi avranno davvero il coraggio di votare per un nero? O la sorpresa arriverà proprio dagli Stati più conservatori, nel segreto dell´urna? Domande che anche la stampa italiana si è fatta negli ultimi mesi, da quando Barack Obama ha strappato la nomination democratica a Hillary Clinton, sfidando ufficialmente il repubblicano John Mc Cain. A questi dubbi, confortati dai dati che giungeranno in tempo reale (con un maxischermo che proietta la prima pagina di Repubblica.it), risponderanno via telefono le voci più autorevoli del nostro giornale: il direttore Ezio Mauro, i corrispondenti dagli Stati Uniti Vittorio Zucconi e Mario Calabresi, l´inviato Federico Rampini, che è anche corrispondente da Pechino, Alberto Stabile da Gerusalemme ed Enrico Franceschini da Londra. Voci che racconteranno, man mano che la cartina degli Stati Uniti si riempirà di caselle rosse o blu, a seconda degli esiti elettorali, i possibili scenari su scala mondiale della riconferma di un repubblicano a Washington oppure del ritorno di un democratico dopo il doppio mandato di Bill Clinton.
In sala, a ribattere alle loro affermazioni, ci saranno i migliori esperti di politica estera dell´Università: i politologi Piero Ignazi e Tiziano Benazzi, la docente di letteratura angloamericana Giovanna Franci, oltre ai direttori dei poli accademici americani presenti in città. A tenere le redini della lunga maratona il prorettore dell´Alma Mater Roberto Grandi, massmediologo, che gestirà anche i collegamenti con televisioni e siti internet a stelle e strisce. Nella Bologna che si prepara al proprio appuntamento elettorale, quello delle amministrative 2009, la sfida per la conquista della Casa Bianca, elefanti contro asini, repubblicani contro democratici, gode di grande fascino. Dopo un anno e più di tam tam giornalistico, di sondaggi ribaltati e disattesi, di speranze e preoccupazioni d´oltreoceano, la notte del 4 novembre e la novità che in ogni caso porterà con sé sta per arrivare. Una notte attesa non solo dai cittadini e dagli studenti americani che ora vivono sotto le Due Torri, ma anche da tutti i bolognesi che vogliono capire in che direzione andrà il mondo nei prossimi quattro anni.

Micol Lavinia Lundari per La Repubblica


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2 commenti:

Angelo D'Amore ha detto...

"IL NUOVO SOGNO AMERICANO"

ne parlo nel mio blog.

angelo d'amore

Angelo D'Amore ha detto...

Sono convinto che le borse accetteranno di buon grado la quasi sicura vittoria di Obama.

Credo con una certa probabilita' che anche a livello di frizioni internazionali, almeno inizialmente non ci saranno accadimenti destabilizzanti.

Non mi piace questo atteggiamento tardivamente servile, delle diplomazie europee storicamente a destra e degli stessi politici di centro-destra italiani che improvvisamente vedono Obama con simpatia o quelli di centro-sinistra o meglio, sinistra-centro che affermano diessere a lui eguali.

In Italia ci sono molti che vedono similitudini tra l'elegante e carismatica comunicativa del senatore democratico, l'aggressivo populismo mediatico di Berlusconi, e il raffazzonato tentativo di aggregazione trasversale di Veltroni. Cio' non corrisponde a verita'.

Le piazze si possono riempire in tanti modi, anche con la partecipazione di bambini a cortei politicizzati. Il messaggio pero' che riceve la gente, e' molto variegato a seconda di chi lo diffonde e con quali strumenti.

Frattini sul Giornale ha asserito la solita cosa all'italiana: Berlusconi somiglia sia ad Obama che a McCain. Si e' tenuti buoni sfacciatemente tutti e due.

Anch'io ho valori di destra(non di centro-destra ne' di destra- centro) ma in tempi non sospetti ho dichiarato la mia simpatia, il mio appoggio seppur inutile in termini diretti per Obama proprio su questo blog.

Non si tratta piu' di logiche politiche. E' il ruolo dell'America che va a cambiare nel mondo. Obama ne e' il miglior rappresentante.

Quando sventola la bandiera americana si evocano valori fondamentali. Quando sventola quella italiana purtroppo vanno alla mente retaggi storico politici appartenenti a stereotipi obsoleti.

Per tale motivo mi definisco un conservatore progressista. Una persona attenta alla storia, al patrimonio, ai simboli del mio pasese ma anche fortemente proiettato al futuro, al cambiamento, all'innovazione sociale ed anche culturale della terra in cui vivo.

Penso che Obama rappresenti cio' per l'america, oggi.


Angelo