mercoledì 6 febbraio 2008

Le 4 Moschettiere di Obama

Come i quattro moschettieri, quattro donne, tutte stelle del firmamento americano, sono scese insieme in campo a Los Angeles per Obama contro Hillary alla vigilia del super martedì, giorno in cui si svolgeranno le primarie in 20 diversi Stati. Si tratta di due nere e di due bianche: Michelle Obama, la moglie del candidato; Oprah Winfrey, la regina della tv; Caroline Kennedy, la figlia del presidente John Kennedy assassinato nel ’63; e Maria Kennedy Shriver, la sua prima cugina, moglie dell’ex attore e governatore della California Arnold Schwarzenegger.

IL TEST CALIFORNIANO - L’eccezionale comparsa delle quattro «moschettiere», la cui foto hanno inondato il Paese, una sorta di coalizione bicolore che vuole rubare il voto femminile a Hillary, signora della macchina del Partito, a loro parere una Richelieu in gonnella, ha sottratto le luci della ribalta persino a Bill Clinton, a Los Angeles per fare le veci della consorte. Di tutte le primarie del super-Tuesday, quelle della California sono le più importanti perché lo stato è il più popoloso, multiculturale e ricco dell’America, il suo laboratorio e termometro politico, e nei sondaggi Hillary, inizialmente in testa, e Obama, in forte rimonta, sono pressoché alla pari. Sebbene non risolutive, il loro esito avrà un effetto psicologico cruciale sull’elettorato, in particolare sulle donne, che ne costituiscono il 52 – 53 per cento. Di qui, il colpo da maestro delle quattro «moschettiere», una possibile carta vincente per il senatore nero.

RICAMBIO GENERAZIONALE - Quando Michelle Oprah Caroline e Maria si sono presentate in diretta alla tv, Hillary–Richelieu, versata negli intrighi di palazzo, deve avere tremato: la ex first lady sa di non potere perdere la California. Le quattro donne, non sessantenni, ma quarantenni e cinquantenni, rappresentano il ricambio generazionale che il Paese sembra invocare.

«UN LEADER CHE ISPIRA TUTTI» - La più focosa delle quattro è parsa Maria Kennedy Shriver, il cui marito Arnold appoggia il candidato repubblicano John McCain, una tranquilla battaglia di famiglia. «Se Obama fosse uno stato anziché un uomo - ha dichiarato - sarebbe la California: indipendente, aperta, diversa, intelligente, idealista, innovativa. E sappiamo tutti che l’America va dove va la California». Maria ha smentito di essersi schierata per Obama su pressione di Caroline Kennedy, che ne aveva abbracciato la candidatura con lo zio, il senatore Ted Kennedy: «Lo ho fatto perché è un leader che mi ispira, ispira tutti».

«NON SONO UNA TRADITRICE» - Le ha dato man forte Oprah Winfrey, la prima star ad appoggiarlo: «C’è chi ha avuto l’insolenza di chiamarmi traditrice perché non ho scelto una donna come me, ossia Hillary. Ma io non ho tradito la causa delle donne né ho scelto in base al mio colore: Obama è dalla parte delle donne, e la sua elezione a presidente sarà una vittoria per noi e per il movimento dei diritti civili».

TRA LOS ANGELES E NEW YORK - Resta da vedere se nelle prossime settimane vinceranno le ragioni del cuore, Obama, o quelle della mente, Hillary. Nel supermartedì la ex first lady dovrebbe stracciare l’avversario nell’altro grande stato in palio, New York, un suo feudo. Qualsiasi cosa succeda in California, la partita elettorale rimarrà aperta.

Ennio Caretto per Il Corriere della Sera

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